“Cara Michela,
ti scrivo in lingua inglese finalmente, ora nessuno dovrà più tradurre le nostre lunghe chiacchierate! Sono riuscita ad avere il tuo indirizzo di posta, spero non ti dispiaccia. Da quando sei partita sono cambiate tante cose. Sto insegnando alla mamma l’alfabeto, non è brava come me ma sta imparando molto velocemente. Quando mi accompagna a scuola si intrattiene spesso a parlare con le operatrici che le raccontano quanto sono brava e vedo che i suoi occhi brillano… E’ fiera di me! Ti ricordi quando ti raccontavo che volevo sapere tutto di tutto, ecco ancora tutto non lo so ma mi stanno insegnando tante materie. La mia preferita è scienze, mi piace sapere come funziona il nostro corpo e un giorno vorrei essere un dottore proprio come te! Così posso aiutare tutti i bambini rohingya come Badrinath, mio fratello, ti ricordi? Ti avevo parlato di lui… Spero tu mi risponda presto, mi piacerebbe scriverti di nuovo. Ora ti saluto perché devo andare a fare i compiti ma prima ti voglio proprio ringraziare perché solo attraverso il tuo impegno per noi “piccolette” come ci chiamavi te, la nostra scuola la Woman Friendly Spaces ci ha accolto e fatto realizzare il sogno della scuola! “
-Bibi